Secondo fonti di stampa, l’elezione per sostituire Joseph Muscat come leader del Partito Laburista, e infine Primo Ministro, è prevista per il 18 gennaio.
Non è ancora noto se il Primo Ministro rimarrà al timone fino a quel momento, o se si dimetterà prima e verrà nominato un leader ad interim.
Infatti, qualora fossero nominati dei candidati idonei a ricoprire la posizione, già il prossimo 8 gennaio si potrebbero tenere le prime elezioni per scegliere i due “finalisti”.
Questo sviluppo deriva dalla crescente pressione su Muscat perché si dimetta in modo da non causare più danni al Governo e a Malta.
Finora il Governo ha negato le notizie secondo cui il Consiglio dei Ministri è diviso sull’idea che Muscat si dimetta, ma gli ultimi sviluppi del caso hanno accelerato il processo di transizione.
Lo scorso venerdì mattina, il Primo Ministro ha incontrato il presidente George Vella a San Anton Palace e si ritiene che i due abbiano proprio parlato delle dimissioni di quest’ultimo.
Ma già in precedenza il Primo Ministro aveva comunicato le sue intenzioni di abbandonare la guida del partito prima delle prossime elezioni e, a tal proposito, vi sono state delle indicazioni secondo cui si sarebbe dimesso già lo scorso settembre se, in cambio, gli fosse stato assegnato un posto all’interno della struttura dell’Unione Europea.
Quel piano naufragò «costringendolo» a prolungare la sua posizione di leader del Partito Laburista.
In seguito agli sviluppi degli ultimi giorni, che hanno visto prima le dimissioni e poi l’arresto (e successivo rilascio) del capo di gabinetto Keith Schembri in seguito all’interrogatorio relativo all’omicidio di Daphne Caruana Galizia, nonché le dimissioni del ministro Konrad Mizzi e l’autosospensione del Ministro Chris Cardona, Muscat si è visto costretto a riconsiderare la situazione.
Alcune fonti, affermano che il Primo Ministro rilascerà una comunicazione al paese dopo che Yorgen Fenech sarà formalmente accusato in tribunale per l’omicidio della blogger e giornalista.
La pressione aumenta così come le richieste di dimissioni che sono arrivate da ogni parte e che vedono società civile e opposizioni in piazza, quasi ogni giorno, in segno di protesta.
Il vice presidente Chris Fearne, il ministro dei trasporti Ian Borg e l’eurodeputata Miriam Dalli sono stati tutti nominati come possibili contendenti, ma potrebbe esserci la possibilità che entrino in gioco anche altre figure.