Il marchio Rummo, considerato un’eccellenza italiana, è al centro di richieste di boicottaggio da parte della società civile maltese. Ma per quale motivo?
In queste ore piuttosto drammatiche per Malta, con il Governo che ha perso tre figure chiave in pochi giorni e l’arresto di personaggi altolocati in relazione all’omicidio della giornalista e blogger investigativa Daphne Caruana Galizia, circolano con insistenza sui social inviti a «boicottare» la pasta Rummo. Ma per quale motivo?
La pasta Rummo rappresenta un marchio di qualità italiano. La società, con sede a Benevento, esporta in 45 Paesi del mondo. Nel 2015, quando lo stabilimento principale fu duramente colpito da un’alluvione, scattò anche una gara di solidarietà che coinvolse figure quali Fiorello e Giancarlo Magalli.
Eppure a Malta, in questi ultimi giorni, Rummo fa rima con malaffare e corruzione. Il marchio infatti è importato dalla società Kasco, di proprietà dell’ex capo di gabinetto del premier Joseph Muscat, Keith Schembri.
Keith Schembri, considerato fino a pochi giorni fa l’uomo più potente del Governo e dominus della politica maltese, è stato nominato dal faccendiere Yorgen Fenech in relazione all’omicidio di Daphne Caruana Galizia. Dopo essere stato arrestato dalla polizia mercoledì mattina, Schembri è stato rilasciato ieri nel tardo pomeriggio. La sua posizione è tutt’altro che chiarita, visto che il suo medico di famiglia, Adrian Vella, «casualmente» anche medico della famiglia di Yorgen Fenech ha fatto da postino tra i due mentre Fenech era già in stato di detenzione e ricoverato per un malore (certificato dallo stesso Vella) all’ospedale Mater Dei.
Insomma, Keith Schembri è a centro della bufera giudiziaria e politica che sta squassando Malta e, a quanto pare, la pasta Rummo ne sta pagando le conseguenze.