A tarda notte il Consiglio dei ministri ha deliberato per non rilasciare l’indulto a Yorgen Fenech. Una decisione accolta però tra le polemiche, così come il rilascio di Keith Schembri.
Una notte di alta tensione a Valletta dopo che il premier, Joseph Muscat, ha convocato un Consiglio dei ministri che si è riunito dopo le 21 a Castille, sede dell’ufficio del Primo ministro, ed è andato avanti fino a notte fonda.
Riserbo sugli argomenti trattati ma sembra quasi sicuro che Muscat abbia voluto «fare la conta» dei fedeli, ricompattare l’esecutivo e, soprattutto, decidere sulla richiesta di indulto avanzata dal sospettato numero uno nel caso dell’omicidio della giornalista Daphne Caruana Galizia: il faccendiere Yorgen Fenech.
L’indulto, o perdono presidenziale come si usa a Malta, è in pratica una sorta di condono tombale sulle malefatte dell’individuo, a patto che «faccia i nomi» rivelando ciò che sa.
Melvin Theuma, considerato dagli inquirenti l’intermediario tra esecutori e mandanti nell’omicidio, arrestato quasi per caso giorni fa, ha ottenuto l’indulto venerdì scorso per autorizzazione dello stesso Joseph Muscat. Theuma ha poi confessato il nome del mandante: Yorgen Fenech.
Da lì in poi la situazione è precipitata, fino al presunto coinvolgimento del capo di gabinetto Kevin Schembri, tirato in ballo dallo stesso Fenech e dimessosi martedì mattina, assieme ai ministri del turismo e dell’economia, Konrad Mizzi e Chris Cardona, mai però nominati da Fenech.
Keith Schembri, arrestato dalla polizia mercoledì, è rimasto in stato di fermo poco meno di 48 ore, dopo le quali la polizia avrebbe dovuto formalizzare delle accuse oppure rilasciarlo. La scelta è caduta su questa seconda opzione, segno che gli inquirenti non hanno ritenuto di avere prove sufficienti.
Lo stesso pool inquirente, guidato dall’investigatore Keith Arnaud, è al centro di polemiche dopo che gli avvocati di Fenech si sono rivolti alla Corte costituzionale per chiedere la rimozione di Arnaud, considerato un uomo vicino a Keith Schembri.
Il Consiglio dei ministri ha infine deciso di negare l’indulto a Yorgen Fenech, i cui legali hanno risposto rivolgendosi direttamente al Presidente della Repubblica George Vella. Da sottolineare come la stessa famiglia Caruana Galizia, che ha incontrato ieri mattina il procuratore generale, si sia schierata contro il provvedimento di indulto.
Concluso il Consiglio dei ministri intorno alle 3 del mattino una piccola folla è stata allontanata dagli uomini della sicurezza fuori Castille: ne è nato anche un tafferuglio. Opposizioni e società civile hanno convocato una nuova manifestazione per questa sera alle 18, a Castille.
La sensazione è che ci si trovi di fronte a un bivio sia politico che processuale: si deve credere che tra esecutori e mandanti la caccia si sia conclusa con gli arresti dei fratelli Debono assieme all’amico Vincent Muscat, l’intermediario Melvin Theuma e il faccendiere Yorgen Fenech; oppure che la congiura ordita per eliminare una giornalista scomoda quale Daphne Caruana Galizia sia più estesa e molti pesci grossi siano ancora al largo?
Per il momento sta prevalendo la prima ipotesi, ma la settimana «nera» di Malta non è ancora finita.