Secondo le statistiche rivelate dal Ministro dell’educazione Evarist Bartolo, 30 minorenni sono rimaste incinte durante lo scorso anno scolastico.
Un numero che fa riflettere considerando che, già nel 2016, secondo Eurostat il numero di gravidanze in età adolescenziale a Malta era fra i più alti d’Europa.
La percentuale maltese del 2016 era infatti del 5.6% contro una media Europea del 4.9%. Un numero che è sceso negli anni, con un picco massimo di 278 gravidanze nel solo 2009.
Le gravidanze avvenute tra Settembre 2018 e Luglio 2019 avrebbero interessato tre ragazzine di 14 anni, undici di 15 anni e diciassette di 16 anni.
Un fenomeno che si ripercuote chiaramente sul prospetto educativo delle giovani madri: fra queste ragazze infatti soltanto 7 avrebbero completato l’anno scolastico.
Nemmeno una tra le 16enni avrebbe inoltre conseguito il diploma di istruzione secondaria.
Sulla questione si è espressa il Malta’s Children’s Commissioner schierandosi a favore dell’Unione Europea, che intende rafforzare le politiche sulla salute sessuale e riproduttiva delle adolescenti.
Fornendo fra i servizi l’accesso sicuro all’aborto e al post-aborto.
In merito all’aborto il MCC avrebbe individuato un conflitto tra la priorità Nazionale ai diritti dei bambini non nati e i diritti “alla vita, alla salute ed agli interessi di una minore in stato di gravidanza”.
La convenzione Europea prevede invece che i diritti dei minori in stato di gravidanza sono prioritari a quelli di un bambino non ancora nato.
Nel frattempo le 30 ragazze riceveranno assistenza da Servizz Għożża, servizio del Ministero dell’Educazione che si occupa di supportare la gravidanza e l’educazione delle minori.