Il Capo della Missione Militare italiana a Malta, il Comandante Pier Paolo Daniele, ci concede una cordiale intervista esclusiva, parlandoci di sé e spiegandoci il ruolo che la Missione svolge sul territorio maltese.
Comandante Daniele, come si arriva alla carica di Capo della Missione militare italiana a Malta? Quale è stato cioè il suo percorso professionale?
Sono entrato in Accademia Navale nel 1991, dopo aver trascorso i primi anni della mia carriera nei reparti di volo e dopo il primo comando, ho prestato servizio presso lo Stato Maggiore della Marina nell’ufficio politica marittima e relazioni internazionali, occupandomi principalmente di cooperazione con le marine straniere. Nel 2014, dopo il comando della fregata Maestrale, con la quale ho incrociato spesso le acque del Mediterraneo Centrale, sono tornato allo Stato Maggiore, dove nell’ambito dell’ufficio cerimoniale, sono stato project officer dei maggiori eventi e cerimonie della Marina Militare. Nella determinazione delle posizioni all’estero, la direzione del personale della Marina tiene conto del profilo sviluppato, e così, due anni fa, ho avuto il grande onore di essere stato nominato per la guida della Missione di Cooperazione nel Campo della Difesa qui a Malta.
Come si è sviluppata la collaborazione della missione militare a Malta?
La Missione Militare Italiana è sul territorio maltese da 46 anni nel corso dei quali ha cambiato natura più volte.
Fin dall’atto della sua istituzione, persino prima della costituzione della Repubblica di Malta, svolgeva compiti tecnici e di mentoring in favore del Corpo Pionieri, che poi ha dato origine alle Armed Forces of Malta, sulla base di più ampi progetti di assistenza che il nostro Paese ha assicurato a Malta anche attraverso i famosi protocolli relativi all’assistenza finanziaria, economica e tecnica che si sono protratti fino al 2007. In quegli anni i militari italiani si sono resi protagonisti di numerosi lavori di pubblica utilità. A titolo di esempio, menziono la costruzione di strade. Non è un caso che lo snodo principale della rete viaria dell’isola sia dedicato ad Aldo Moro. Anche l’allungamento della pista dell’aeroporto internazionale di Luqa è stata realizzato dai genieri dell’Esercito Italiano.
Dal 1982 gli elicotteri dell’Aeronautica Militare hanno assicurato per 34 anni con equipaggi misti italo-maltesi, la copertura aerea SAR della vastissima porzione marittima che Malta si è attribuita.
Quali sono attualmente i compiti della missione militare a Malta?
Negli ultimi anni la Missione di Cooperazione nel Campo della Difesa svolge un compito dal profilo più operativo-strategico e mi piace sottolineare che il nostro mandato più nobile è quello di individuare delle aree dove le AFM possono sviluppare le capacità necessarie per fronteggiare le attuali sfide nell’ambito della difesa e sicurezza.
La Missione Militare attraverso un lavoro quotidiano, funge da collante tra le articolazioni di settore dei due Paesi, interfacciandosi quindi con i vertici delle AFM e per la parte nazionale lo Stato Maggiore della Difesa con cui definiamo i settori su cui concentrare gli sforzi nell’interesse comune.
Dal punto di vista professionale, quali sono i pregi e i difetti di ricoprire la sua carica in un piccolo arcipelago, come è quello maltese?
La limitata estensione territoriale della Repubblica di Malta è un dato trascurabile se paragonato alla rilevanza che nel contesto geo-strategico ha la partnership nel settore militare che Italia e Malta hanno costruito in quasi mezzo secolo. Credo inoltre che nel corso di questi anni la cooperazione nel campo della Difesa sia stata strutturata razionalmente e rappresenti un fiore all’occhiello nei rapporti tra i due Paesi, che peraltro condividono un’area geografica molto importante per la sicurezza generale dell’intero Mediterraneo.
Dal punto di vista personale cosa significa vivere a Malta?
Fin dal giorno del mio arrivo ho apprezzato l’ospitalità di cui la gente di Malta è capace e non ho avuto alcuna difficoltà di ambientamento. Inoltre sono affascinato dal profilo storico di questo territorio e dal patrimonio naturalistico dell’arcipelago.
Il Paese sta attraversando un periodo di gran fermento e sviluppo economico e trovo molto interessante vivere qui in questi anni. Certo è che questo comporta alcuni effetti collaterali. Sto pensando al traffico congestionato o ai lavoro edili ad ogni angolo, ma il bilancio è senza dubbio positivo e ciò accresce la mia volontà di raggiungere, senza alcun risparmio e nel più breve tempo possibile, gli obbiettivi prefissati della Missione.
Quali sono i consigli che si sente di dare ad un giovane che vuole intraprendere la carriera militare?
Fare il militare oggi, come in passato, rappresenta una scelta ben precisa che passa attraverso la volontà di servire il proprio Paese con dedizione e sacrificio. Le soddisfazioni però sono uniche e di assoluto valore e riempiono di orgoglio il cuore di ogni militare. La decisione di dedicarsi alla carriera militare va ben oltre quella di avere una concreta opportunità di impiego in quanto non è da considerarsi una semplice occupazione ma una vera e propria scelta di vita che modifica radicalmente le proprie abitudini, la propria quotidianità e che richiede contestualmente dedizione totale e qualità più profonde rispetto a quelle necessarie per espletare i lavori più comuni.