Djibril Ganiou, cittadino del Togo residente a Malta, è stato condannato lo scorso martedì 10 settembre a trent’anni di carcere per l’omicidio di Caroline Magri.
A trovarne il corpo, tre anni fa, i vicini, allarmati dalle grida dei piccoli che urlavano «hanno ucciso la mamma». Caroline Magri, 41 anni di età e otto figli, è stata uccisa il 30 settembre del 2016, il corpo ferito da coltellate multiple, ma finita con un deciso taglio al collo: sgozzata.
A finire immediatamente al centro delle indagini Djibril Ganiou, ex compagno della donna, cittadino togolese regolarmente residente a Malta. L’uomo ha inizialmente tentato di depistare le indagini, sostenendo che la donna lo avesse chiamato per dirgli di volersi suicidare. Ma dopo essere stato messo sotto torchio dagli investigatori, la confessione: Caroline Magri l’ha sgozzata lui, nell’appartamento di Ta’ Giorni, a St Julian. Per «futili motivi» di gelosie e amori tossici.
Ma nel 2016, durante l’udienza per le indagini preliminari, il colpo di scena, Ganiou si proclama innocente, facendo intendere che la confessione gli sia stata estorta. Ora, tre anni più tardi, la sentenza che mette la parola fine e restituisce un po’ di giustizia a otto bambini che hanno perso la madre: Djibril Ganiou è condannato a trenta anni di reclusione.
La corte, presieduta dal giudice Giovanni Grixti, ha condannato anche il togolese al pagamento di 40.000 euro di spese processuali.