Nel tardo pomeriggio la redazione mi contatta per fare un’intervista, ho meno di due ore per raggiungere casa a Bharjia, fare una doccia, buttar giù delle domande ed andare al Teatru Rjal di Valletta per incontrare Massimo Lopez, prima delle sue prove per Sing & Swing.
Carlo: Ciao Massimo, grazie per aver concesso questa intervista al Corriere di Malta poco prima delle prove generali dello spettacolo di domani sera. Sei già stato a Malta? Quanti giorni rimarrai?
Massimo Lopez: No mai, sono arrivato questa mattina, è il mio primo giorno a Malta, resterò qui un paio di giorni.
Carlo: Quale luogo pensi di visitare? Malta è ricca di storia ma anche di traffico.
Massimo Lopez: Sì, sono al corrente del traffico a Malta, visiterò sicuramente Mdina e la chiesa dove si trovano le opere del Caravaggio. Inoltre sono curioso di andare a vedere qualche spiaggia ed il villaggio di Popeye, tu mi consigli qualche posto in particolare?
Carlo: A Malta le spiagge sabbiose non sono molto estese, in compenso le scogliere sono davvero spettacolari, proprio al villaggio di Braccio di Ferro ad Anchor Bay ci sono delle scogliere mozzafiato, ti consiglio anche Dingli Cliffs. Sarà quindi la tua prima volta davanti un pubblico maltese.
Massimo Lopez: Sì, la prima volta in assoluto, e mi domando se il pubblico maltese conosce qualcosa di quello che ho fatto durante la mia carriera artistica. C’è molta Italia nei miei personaggi, pensi che ci sia anche un pubblico internazionale?
Carlo: Ti assicuro di sì, gli “stranieri” probabilmente seguiranno molto la parte musicale dell’evento, il pubblico maltese seguirà te, sono dei profondi conoscitori ed estimatori degli artisti italiani, specialmente quelli che vanno dagli anni 60′ agli anni 80′. I maltesi sopra i trent’anni sono cresciuti con la televisione italiana, molti avranno visto “I promessi sposi” del Trio Lopez, Marchesini e Solenghi, e conoscono bene la lingua italiana.
Carlo: Sei indubbiamente un artista poliedrico, attore, comico,doppiatore, imitatore, e conduttore tv. La mia domanda invece riguarda il tuo rapporto con la musica: quando ti sei avvicinato ad essa?
Massimo Lopez: Io mi ritengo molto fortunato perché le mie esperienze hanno diverse chiavi di lettura, anche nel tipo di comicità che ho espresso; ho iniziato con la prosa e con il teatro di Pirandello, di Shakespeare, ed i classici, sono passato solo dopo al genere comico, al teatro brillante, alla commedia dell’arte, è stato un passaggio graduale che ha toccato Goldoni, Molière, solo dopo sono arrivato casualmente all’incontro con i miei compagni del trio, Solenghi e Marchesini.
Fra noi c’è stato un feeling particolare, una magia vera, un’alchimia che ci teneva costantemente sulla stessa lunghezza d’onda in merito all’umorismo, al modo di vedere la realtà e riproporla distorta in quella maniera un po’ surreale che ci caratterizzava.
Il lavoro del trio è durato 12 anni, sono stati tutti anni di quotidianità, ogni giorno eravamo a casa mia ad organizzare e pensare, tutti i giorni, a volte anche il sabato e la domenica, andavamo pure al mare insieme.
Dopo dodici anni non c’è stato l’abbandono, nessuno ha detto «basta»” o «mi avete stancato», c’è stata una interruzione quasi chimica. La proposta fu mia, dissi: «Fermiamoci, non ho più idee, dobbiamo ritrovare una sorta di obiettività. Fermiamoci due o tre anni e poi ricominciamo con una nuova energia».
Questo è stato un po’ ingenuo da parte mia, perché fermarsi non significava stare fermi tutti e tre in attesa della “reunion”. Dopo il 1994 ognuno di noi tre iniziò a fare qualche cosa, e negli anni successivi quando uno di noi era libero non lo erano gli altri. Abbiamo però sempre continuato a frequentarci.
Dopo il 2000 io e Tullio ci siamo riuniti ed abbiamo formato “La Strana Coppia” al teatro, nel 2008 il Trio ritorna in televisione, questa esperienza avrebbe dovuto proseguire con un progetto simile ai “Promessi Sposi” che era l’Odissea, quindi una grande produzione, con tutti i personaggi dell’opera in chiave parodistica ed ironica: io ad esempio ero Penelopez!
Quando però abbiamo parlato con i vertici della Rai chi fecero capire che non essendoci più i budget che potevano esserci prima, avremmo dovuto realizzarla in soli 20 giorni, dicemmo no in quanto ci sarebbero voluti 5 mesi, e non avevamo intenzione di fare qualcosa in fretta e male. Volevamo lasciare un bel ricordo di noi.
La musica, in parallelo, c’è sempre stata, nel senso che io ho sempre sognato la musica, ho sempre desiderato cantare quel genere, in quanto sono stato cresciuto dai miei genitori con pane e Frank Sinatra, perché era una loro passione. Una passione che ho coltivato per conto mio in modo amatoriale.
Carlo: Una domanda in merito alla voce. Con una bella voce ci si nasce, questo vale un po’ per tutto, ad esempio mio padre è pittore ed è nato con la dote del disegno, io non riesco a fare una O con il bicchiere, lui è un gran musicista e chitarrista mentre io sono pessimo, tu hai indubbiamente una bella voce, basti pensare alla tua carriera come doppiatore. in merito al cantato, lo swing non è un genere facile: tu eri già portato per questo genere o hai anche studiato?
Massimo Lopez: Io non ho studiato molto nella mia vita. prima ho cantato, poi ho incominciato a studiare e perfezionare la mia voce, un po’ per capire i suoni, dove metterli, ma indubbiamente c’è una base d’istinto molto forte e bisogna avere “orecchio”. Le imitazioni infatti non sono altro che suoni riprodotti, lo swing è stato perfezionato nel tempo, perché se vado a sentire le prime cose fatte, noto delle differenze.
Carlo: Nessun dubbio, il mio amico d’infanzia Frankie Capone, che ha collaborato anche con Mario Biondi, è anche lui cresciuto in una famiglia che ama lo swing, è nato sicuramente con una bella voce, poi perfezionata nel corso degli anni con lo studio.
Una domanda in merito al doppiaggio, toglimi una curiosità: immagino sia per te divertente fare questo lavoro, trovo sia una sorta di do ut des fra te ed il personaggio che devi doppiare. Qual è il personaggio dei cartoni animati da te doppiati che hai amato di più? Quando mia figlia Anita aveva solo 6 anni non parlava ancora inglese e ho dovuto vedere Frozen, Rio 2, ed Happy Feet innumerevoli volte.
Massimo Lopez: Con Happy Feet mi son divertito, ma guarda, mi son divertito e mi diverto sempre a fare Homer Simpson, e tutti gli altri personaggi, cartoni e non, non ce n’è uno al quale mi sono legato particolarmente. Mi piace molto Granpapà di Frozen che hai citato, sta adesso per uscire il secondo, ed i pappagalli di Rio 2, tutti questi personaggi hanno una loro anima.
Uno dei primi doppiaggi che ho fatto è stato il film di Robert Altman, Popeye, girato a Malta: io ero Robin Williams, non lo sapevi vero? Per questo voglio andare a visitare il villaggio di Braccio di Ferro.
Carlo: Parlaci dei tuoi programmi futuri.
Massimo Lopez: Riprenderò adesso lo spettacolo con Tullio Solenghi, stiamo facendo il Lopez,&Solenghi Show che è andato molto bene. Quest’anno abbiamo tappezzato tutta l’Italia, abbiamo visto la gente emozionarsi e ridere, ma proprio tanto, come se fosse stata una sorta di terapia, abbiamo fatto 120 date, e ne sono programmate altre 90 per il prossimo autunno, ritornando anche in città in cui siamo già stati.
Ci sono poi programmi che si stanno studiando, anche per conto mio, come delle fiction, dei “movimenti” tutti ancora da definire. L’intento rimane comunque di continuare con il teatro, e continuare con Gabriele Comeglio: sono tanti anni che lavoriamo insieme, io ho preso molto da lui, è stato ed è uno degli arrangiatori di Mina, ed io l’ho conosciuto proprio con lei.
Tanti anni fa, nel 1994, fui chiamato da Mina a cantare con lei. Io non la conoscevo personalmente, mi chiamò e mi propose di cantare a Lugano per un disco: conobbi il maestro Comeglio proprio in quella situazione.
Carlo: Massimo un messaggio per gli italiani che vivono a Malta e all’estero.
Massimo Lopez: È chiaro che amiamo il nostro paese, io amo l’Italia, e la amo ancor di più quando sto fuori, perché sento il richiamo di casa. Sento anche come gli altri paesi considerano l’Italia, sono più orgogliosi gli stranieri nei confronti dell’Italia, dicendo che avete il massimo, il turismo, la storia, che tutta l’Italia è un vero museo. Il nostro paese dovrebbe vivere di tutto questo, ma quando sono in Italia mi arrabbio perché vedo che tutto questo non viene tutelato, non viene difeso come dovrebbe essere, e questo mi dispiace.
Più semplicemente dico agli italiani che sono all’estero di sostenerlo questo paese, specialmente in questo momento particolare, nel quale sta vivendo grandi difficoltà.
Carlo Campione